La tazzina del caffè: a ciascuno la sua

10 Gennaio 2023
Redazione

La tazzina del caffè: a ciascuno la sua

10 Gennaio 2023
Redazione

La vita è un bellissimo e interminabile viaggio alla ricerca della perfetta tazzina di caffè.
(Barbara A. Daniels)

La maggior parte degli italiani cominciano la giornata con una tazzina di caffè, un oggetto che non manca mai nelle cucine italiane e nei bar. In porcellana o in vetro, bianca o dai colori e forme più disparate, la tazzina svolge un ruolo fondamentale nella degustazione di un buon espresso. Ma la scelta non è mai casuale, poiché per essere perfetta, deve avere determinati requisiti. L’obiettivo è quello di coinvolgere non solo il gusto, ma anche la vista e il tatto.

Le origini

La prima tazzina di caffè nasce fra la fine dell’800 e i primi del ‘900 da un’idea di Luigi Tazzini, il pittore lombardo che prese ispirazione dall’Art Nouveau. I modelli che ha disegnato sono ben 5 ed ognuno con il proprio scopo, da qui la classica tazzina a forma di scodella, in porcellana e dotata di manico acquisisce notorietà e si diffonde lungo tutto lo stivale. La “tazzina” quindi non è data dal diminutivo italiano ma dal nome del suo ideatore.

La tazzina perfetta

Se è certamente vero che lavorare materiali e design di prodotti per cibi e bevande vuol dire dare vita a idee che devono necessariamente coniugare bellezza e funzionalità, nel caso del caffè espresso la tazzina non è solo un oggetto di design: ha anche il compito di non fare raffreddare troppo in fretta la bevanda.

Innanzitutto, una tazzina da caffè professionale deve essere realizzata in porcellana dura feldspatica, che viene cotta alla temperatura di 1400°C circa. Questo materiale la rende molto resistente all’usura. Inoltre, è igienico e conserva il suo aspetto brillante a lungo. Ma cosa ben più importante, mantiene il calore per conservare la giusta temperatura del caffè.

La forma della tazzina deve, in primis, esaltarne il gusto e l’aspetto: deve essere di forma tronco-conica; tondeggiante al suo interno, dal fondo “a uovo” per far si che la crema non perda la sua compattezza. Un’altra peculiarità da non trascurare riguarda il diametro superiore, il quale non deve essere troppo largo. Il bianco all’interno della tazzina serve per creare quel contrasto cromatico che accresce la valutazione del caffè, esaltandone i toni. Il manico della tazzina deve avere una presa comoda, coinvolgendo due dita. Per evitare di scottarvi, il dito medio non deve toccare la tazzina, la quale ha una temperatura molto alta. E’ importante che il bordo non presenti imperfezioni, sia per evitare pericolose scheggiature, che per avere il giusto spessore nel punto in cui le labbra toccano la tazzina.

Lo spessore

A proposito di spessore, il caffè deve restare caldo, ma inizialmente la sua temperatura deve scendere. Per questa ragione, la parte inferiore della tazzina deve essere spessa e quella superiore più sottile. La capacità complessiva della tazzina perfetta deve essere compresa tra i 65 ed i 70 cc, in modo da assicurare uno spazio di testa adeguato tra superficie del caffè ed il bordo. A tal proposito, deve contenere 20 massimo 25 cc di espresso. In questo modo gli aromi si liberano dalla bevanda e vengono convogliati al naso, accrescendo di circa il 10% la percezione.

La temperatura

Quando il caffè viene versato, la tazzina deve essere a una temperatura di circa 40°C. In questo modo le sue caratteristiche organolettiche rimarranno invariate più a lungo e anche la crema resterà del suo colore.

Da questo percorso abbiamo capito che non è solo la miscela a rendere godibile un buon caffè, anche la tazzina ricopre un grande ruolo. E’ importante scegliere la tazzina perfetta per ciascun caffè, per non vanificare tutto il lavoro che sottende nella scelta degli aromi e sapori che una persona oculata pretende in tazza.

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