Nero e fumante, macchiato caldo, latte a parte, espresso o con la moka: tanti modi di intendere e degustare il caffè. Ma vi siete mai chiesti da dove proviene e quali lunghi processi sono stati necessari perché diventasse la bevanda preziosa che ogni giorno allieta i palati? Quante mani sono state necessarie per coltivarlo e quante di queste appartengono alle donne che lavorano nella filiera del caffè ? Oltre 500 milioni di persone al mondo dipendono dalle esportazioni di caffè e, tra questi, 25 milioni sono coltivatori, in maggioranza donne. (fonte Iwca, International Women’s Coffee Alliance 2017). Molte coltivatrici di caffè vivono in villaggi del Sud America, rimaste sole dopo la partenza dei loro uomini alla ricerca di un lavoro.
Molte di loro non sono rimaste con le mani in mano. Al contrario, si sono organizzate in diverse Associazioni volte sia alla produzione del caffè, ma soprattutto per tutelare le condizioni lavorative e assicurare una parità salariale. Un cammino lungo e impervio, che richiede tanta passione e determinazione per giungere ad un’emancipazione femminile attraverso un modello di lavoro sostenibile.
Ma cosa si intende per sostenibilità?
La sostenibilità passa soprattutto dalla protezione e dalla tutela delle donne che lavorano nella filiera del caffè, affrontando a muso duro la disuguaglianza di trattamento femminile. Il tutto incentivando il loro accesso a corsi di formazione per la loro crescita professionale. Il dato non è confortante, infatti, in alcuni Paesi, le donne sono pagate circa il 30% in meno rispetto agli uomini. Hanno condizioni contrattuali molto precarie poichè non esistono delle leggi sul lavoro che le possano tutelare. (fonte Onu 2016)
Un destino che quindi suggerisce un’idea, l’unica: unire le forze e ripartire dal caffè. Grazie alla creazione di Cooperative dedicate, il ruolo della donna piano piano si evolve, grazie ad un impatto più proattivo nel mondo del caffè in molti settori: dalla gestione produttiva, al controllo qualità del prodotto, al miglioramento delle condizioni di vita e dei redditi del nucleo familiare, l’accesso a corsi di specializzazione, nonché alla nascita di nuove figure lavorative come il “cup tasting”.
Un grande traguardo si è raggiunto durante Expo 2015 quando, per la prima volta, è stato proposto un progetto dedicato interamente alle donne. Un grande collettore di storie, esperienze e racconti delle donne di tutto il mondo, per dare voce alla cultura femminile sul tema del nutrimento.
Nel settore della coltivazione e produzione di caffè nasce quindi una nuova realtà, composta da donne che si sono guadagnate la presenza sul mercato grazie alla caparbietà di organizzarsi, creando cooperative e associazioni volte a tutelare e a sensibilizzare l’interesse della comunità.
Dalla produzione al bar
Anche cambiando scenario, passando dalla produzione al bar, le cose non cambiano poi molto. Non è un caso che, nel bar, la donna sia una figura di riferimento per fare quattro chiacchere, dove la bella presenza è una caratteristica molto ricercata. Se invece si tratta di ottenere delle informazioni su una miscela particolare o su un’origine, il cliente, spesso e volentieri, si rivolge quasi inevitabilmente al barista di sesso maschile. Una situazione, quella appena evidenziata, più comune di quanto si immagini e riproducibile in tanti altri contesti.
Molto importante, a questo, proposito, la testimonianza di Sonja Grant, barista, trainer, roaster e vice presidentessa della Coffee Roasters Guild. «Le donne devono spesso fare una scelta: se è la famiglia, rimangono vincolate ad essa, mentre l’uomo è in generale più libero. Si tratta di una realtà comune nel mondo. Per affermarsi, dunque, bisogna volerlo tanto e non pensare ad altro. Le donne non sono talvolta abbastanza determinate, ma più propense ad accontentarsi». Fortunatamente, sono sempre meno numerose le professioniste che decidono di non accontentarsi. Si confrontano ad armi pari con i colleghi, facendo perno sulle proprie competenze e riuscendo ormai a giocare ruoli determinanti in quasi tutti i campi del mondo del caffè. Dalle macchine alla ricerca e selezione del verde, dai processi di tostatura alle competizioni internazionali, dalla comunicazione al marketing.
La strada verso la parità di genere e trattamento economico è ancora lunga, ma queste donne nella filiera del caffè sono un esempio volto a rivendicare indipendenza. Sempre con dignità e voglia di cambiare, Senza arrendersi mai. Un omaggio che speriamo venga preso come modello per uno stile di vita migliore, dove la figura femminile consapevole è in prima fila.
Redazione
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